"Lazzaro disobliata". Cultura d'estate




LAZZARO: il 5-6-7 agosto “Lazzaro disobliata. Cultura d'Estate”

 

Si svolgerà il 5-6-7 agosto, presso la Sala Conferenze del Ristorante “Al Faro”, sito sul Lungomare Cicerone di Lazzaro di Motta San Giovanni, la rassegna di eventi “Lazzaro Disobliata. Cultura d'Estate”, promossa dalla casa editrice Disoblio Edizioni in collaborazione con il Comune di Motta San Giovanni, l'Associazione Eureka, la Biblioteca Auxesia, la Pro Loco Motta San Giovanni, il portale d'informazione Lazzaroturistica.it e Il Matitone di Noè.

Il senso della rassegna è di aprire degli spazi di riflessione su alcuni dei temi predominanti il nostro tempo partendo dai libri ma anche di fruire del bello per mezzo di mostre fotografiche e pittoriche, in una cornice suggestiva, considerata uno dei luoghi più incantevoli della nostra terra.

Di seguito il programma della rassegna:

 

5 AGOSTO – 21.00

Salotto d'Autore con Antonio Scuticchio, autore di “500 regole. Un manuale per partecipare alla politica”, e Vincenzo Musolino, autore di “Eccezione e Trascendenza. La teologia politica di Carl Schmitt”. Conduce Antonio Giuseppe D'Agostino (Direttore CMNews.it). Nel corso della serata sarà possibile visitare un'esposizione di opere dell'artista lazzarese Demetrio Cuzzupoli, in suo RICORDO.

 

6 AGOSTO – 21:00

Presentazione del romanzo “Ozz” di Giuseppe Bagnato. Intervengono Giovanni Benedetto (Direttore LazzaroTuristica.it), Salvatore Bellantone (Editore). SARÀ PRESENTE L'AUTORE. Nel corso della serata si svolgerà una mostra pittorica dell'artista Elisa Urso, direttrice Art Academy Artelis (Accademia d’Arte) Reggio Calabria.

 

7 AGOSTO – ore 21:00

Presentazione della silloge “U ricriju r'u me' cori” di Rocco Nassi. Intervengono Saverio Verduci (Storico e Saggista), Giuseppe Antonio Martino (Storico, Saggista e Studioso di tradizioni locali), Salvatore Bellantone (Editore). SARÀ PRESENTE L'AUTORE.

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Resoconto LAZZARO DISOBLIATA: Tornare alle origini di un popolo e di una terra che vuole  riscattarsi

 

C'è parecchia incultura politica. Chi non vota favorisce il controllo; chi vota con coscienza si adopera a un cambiamento reale del sistema. Ma tale consapevolezza proviene dallo studio e dalla lettura di politica. È con queste parole di Antonio Scuticchio che si è aperta la rassegna di eventi “Lazzaro Disobliata. Cultura d'Estate” svoltasi il 5-6-7 agosto presso la Sala Conferenze del Ristorante “Al Faro”, sito sul Lungomare Cicerone di Lazzaro di Motta San Giovanni; parole chiare quelle dell'autore di “500 Regole. Un manuale per partecipare alla politica”, pronunciate il 5 agosto nel corso del salotto d'Autore assieme a Vincenzo Musolino, autore di “Eccezione e Trascendenza. La teologia politica di Carl Schmitt” e al giornalista Antonio Giuseppe D'Agostino.

Occorre disobliare – ha detto Vincenzo Musolino – i due momenti della politica, la teoria e la tecnica, per cercare di salvare la politica, promuovendone un volto non più mediocre ma alto e informato. Ma tale salvezza proviene dai libri – come ha chiarito Antonio Giuseppe D'Agostino –, libri in cui si parla di conoscenza di questa dimensione, e con i quali si rilancia la facoltà analitica di tale sfera, necessaria per insegnare la politica ai più piccoli, caricarla dei contenuti che oggi sembrano mancare e comprendere meglio quello che accade.

Se il 5 agosto si è discusso di diritto alla conoscenza, dell'assenza di conoscenza della storia politica italiana, di secolarizzazione della politica, di Europa, il 6 agosto si è invece concentrata l'attenzione sul mondo adolescenziale e su un fenomeno che non è più considerato un problema, ossia quello della droga, con la presentazione del romanzo “OZZ” di Giuseppe Bagnato. Un libro che dà pugni allo stomaco – ha detto Giovanni Benedetto di Lazzaroturistica.it – ma che si legge con semplicità e mostra la bellezza di un messaggio forte per i più giovani: quello della speranza e della salvezza per mezzo dell'amore. Un libro che andrebbe letto a scuola, per immedesimarsi nella storia di Ozz ed evitare di finire nel vicolo cieco della tossicodipendenza.

I ragazzi sono sempre più soli – ha spiegato Giuseppe Bagnato – per via della tecnologia, della meccanicità della vita e di una società orientata esclusivamente al denaro, ed è difficili per loro, in alcuni casi anche a scuola, trovare dei punti di riferimento che gli diano coraggio e speranza. Il mio romanzo è dedicato a loro, parla di fragilità ma anche di tenerezza, quella attenzione che tutti ricerchiamo e ti cambia la vita in pochi istanti.

Una vita che può cambiare in un attimo – ha dichiarato Giuseppe Antonio Martino, i 7 agosto nel corso della presentazione del libro “U ricriju r'u me' cori” – anche per mezzo della poesia e in particolar modo con quella di Rocco Nassi, nella quale è possibile rintracciare la storia e la cultura del Meridione, ma anche un'osservazione approfondita della condizione umana. Rocco Nassi cerca l'identità perduta del nostro popolo, dimostrando che il dialetto è una lingua viva, che pulsa, capace di esprimere emozioni e stato d'animo e di mostrare le crepe del tempo nel quale viviamo. Ma anche di evidenziare – come ha sottolineato Saverio Verduci – un'altra Calabria, ai più sconosciuta, ricca di così tante risorse da poter rilanciare l'economia e il turismo di un intero territorio e da riempire di orgoglio un popolo dal passato millenario. Il dialetto è la carta identitaria dei calabresi, storica e valoriale, e così come la storia locale, escluso gli sforzi di singoli docenti, non si studia a scuola causando la perdita delle nostre radici. Rocco Nassi crede nella poesia come strumento massimo per farci riscoprire chi eravamo, per farci capire chi siamo oggi e per farci pensare chi potremmo essere domani. Il suo libro è una manuale di lotta, di resistenza, in questi tempi infausti.

La rassegna promossa dalla casa editrice Disoblio Edizioni in collaborazione con l'Associazione Eureka, la Biblioteca Auxesia e il portale d'informazione Lazzaroturistica.it, si è conclusa con un percorso di lettura poetica di Rocco Nassi, condotto dall'editore Salvatore Bellantone, che ha portato i presenti in un viaggio dentro se stessi, il proprio passato, presente  futuro, alla ricerca di quei valori umani e universali su cui si fonda ogni destino.

La luce della conoscenza, per tre giorni, ha diffuso i suoi raggi assieme a quelli del vecchio di Lazzaro, illuminando problemi epocali per la popolazione meridionale, nella speranza che le tante “navi” sperdute in questa terra traballante e in questo mare in tempesta, possano tornare a casa: alle proprie origini.