Così era Lazzaro

Leucopetra

Lazzaro era nota ai greci ed ai romani come Leucopetra, dal greco Λευκοπέτρα: pietra bianca, cioè il colore biancastro del vicino promontorio di Capo d'Armi, ove oggi sorge il famoso Faro attivato nel 1867 e rinnovato nel 1959.

« Chi naviga da Rhegion verso levante per una distanza di 50 stadi [9 km], trova quel promontorio che dal colore chiamano Leucopetra, col quale, dicono, finiscono gli Appennini. » (Strabone geografo greco, Geografia, VI, 1, 7)

Cicerone, fuggiasco da Roma, dopo la condanna del Primo triumvirato fece sosta a Lazzaro nel 43 a.C.: « Cum autem me ex Sicilia ad Leucopetram, quod est promontorium agri Regini...» (Cicerone, Filippiche, I, 7). Publio Valerio, lo l’accolse nella sua villa, al cui interno scavi recenti hanno portato alla luce i magnifici mosaici del II – III secolo a.C.; oggi sono state riconosciute ben sei stanze, tre delle quali pavimentate con dei mosaici molto belli. L’edificio era un mausoleo  funerario a pianta rettangolare realizzato con pietre pomice e con pietre vulcaniche. All’interno sono stati trovati due sarcofagi marmorei con alti rilievi. Questa villa fu dapprima la casa di un’importante persona romana e poi residenza di Publio Valerio.

L’attuale nome Lazzaro deriva, forse, da un lazzaretto che esisteva negli anni ‘600 – ‘700.

Lazzaro fu distrutta per ben due volte a causa dei terremoti del 1783 e del 1908. Chi ama la pesca subacquea può ammirare le rovine della città a 10 metri circa dalla costa.
 
Sul fondale tra i 36 e i 42 metri di profondità si trova adagiata "la Bettolina", relitto di un’imbarcazione da trasporto armata della Marina Militare tedesca risalente alla seconda guerra mondiale.

Antica carta Calbria con Leucopetra

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Assunta Ambrogio



Scarica il libro (85 pagine) di Francesco Arillotta: 
       La storia della Motta San Giovanni e del suo territorio
       (in varie parti del libro si parla di Lazzaro)

 Giuseppe Alessandro Bruno – Adele Coscarella:
       Prime indagini nella fortezza medievale di San Niceto (Motta San Giovanni Reggio Calabria)
       (in varie parti della pubblicazione si parla di Lazzaro) 

 Abate Domenico Romanelli (1815):
      Antica_topografia_istorica_del_regno_di_Napoli (445 pagine)
      (Si parla di Leucopetra a pag. 20-30-91-94-95-96-97-98-141-306-307-309-441)
      A fondo libro si può trovare una vecchia cartina in cui è presente Leucopetra: Leucopetra Monete




  

 

CHARLES PERRIN Lit., Sbarco al Capo d'armi, tavola 23, litografia a colori ritoccata all'acquerello (ripr.)

Capo dell'Armi (o Capo d'Armi) è un promontorio sito a Lazzàro, frazione di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. Costituisce il limite sud-orientale dello Stretto di Messina. Garibaldi e i suoi vi sbarcarono alla fine di agosto del 1860, verso le tre di mattina, per dare inizio alla marcia verso Reggio.