Nuovi uffici Polfer -P. Principe- intitolati a Giuseppe Verduci

Oggi 26 Giugno 2015 a Genova è stato inaugurato il nuovo punto di visibilità della Polizia Ferroviaria nella stazione di Porta Principe a Genova.

I  nuovi uffici sono stati intitolati alla memoria del vice brigadiere Giuseppe Verduci, medaglia d'argento al valor militare,  in occasione del quarantunesimo anniversario della sua tragica morte. Proprio il 26 giugno di 41 anni il poliziotto, nato a Lazzaro di  Motta San Giovanni (RC) il 01/02/1930, venne assassinato da quattro rapinatori a bordo del treno Roma-Genova sul quale stava effettuando un servizio di scorta.

Alla commemorazione hanno partecipato la moglie (di Giuseppe Verduci) Delia, il direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato Roberto Sgalla, il direttore del Servizio Polizia ferroviaria Armando Nanei, il questore di Genova Vincenzo Montemagno, il dirigente del Compartimento Polizia ferroviaria per la Liguria Pasquale Di Donato, il Responsabile RFI locale Vincenzo Macello, il Questore di La Spezia Vittorino Grillo, il Procuratore Capo del Tribunale di Genova Michele Di Lecce, le Vice questore Polfer di Genova Dall'Aglio e Lorella Balducci, il Segretario Regionale del SAP di Genova Salvatore Marino,   una dirigente della Polfer di Torino Silvia Burdese il Magistrato Mario Tuttobene e rappresentati della Guardia Forestale, Vigili Urbani, Associazione Nazionale Pensionati di PS, Guardia di Finanza e Carabinieri.

Il corpo della polizia è una grande famiglia e in ogni famiglia c'è una mamma. Delia è stata la  "nostra mamma" a Genova


Comunicato stampa ufficiale del SAP (SINDACATO AUTONOMO DI POLIZIA)


 



La figlia Giuseppina oggi ha letto un breve discorso di seguito riportato:

Carissime e carissimi,

oggi per la nostra famiglia dovrebbe essere un giorno triste, sono trascorsi 41 anni dalla morte di mio padre, anni passati nel dolore e nel pianto, che però con la forza e il coraggio di mia madre mi hanno permesso di crescere nella serenità e nell’amore.

Invece, in questo giorno il nostro cuore è pieno di gioia; è stato un traguardo sofferto, di lunghe battaglie per ottenere il giusto riconoscimento a quest’eroe che credeva nella giustizia e nell’adempimento del dovere quotidiano.

In questo percorso abbiamo avuto vicino persone meravigliose che ci hanno sostenuto e hanno lottato con noi per mantenere vivo il ricordo di mio padre.

Queste persone sono qui tra noi, fanno parte della nostra famiglia e non li dimenticheremo mai.

A Giuseppe Verduci morto per il diritto alla vita anche per coloro che vivono per dare morte.

Grazie a tutti.                                                     

                                                                        Giuseppina Verduci

 

Nel 1975 dopo appena 9 mesi dal tragico evento, la maestra elementare di Giuseppina, supplente, non ne era a conoscenza e chiese alla sua classe di svolgere un tema dal titolo: “IL LAVORO DEL BABBO”.

Questo componimento è stato riletto oggi durante la commemorazione a Porta Principe da Beatrice Verduci (figlia di Giuseppina e nipote di Giuseppe) -clicca per il video-


TEMA

 

“IL LAVORO DEL BABBO”

 

Il lavoro che svolgeva il mio caro papà era quello di Appuntato di Pubblica Sicurezza presso la Polfer di Genova Principe.

Svolgeva, perché ora il mio papà non è più con me è stato ucciso mentre prestava servizio sul treno Roma – Torino il 26 giugno 1974.

Egli faceva questo lavoro da 24 anni, il suo compito era quello di sorvegliare insieme ad altri colleghi l’atrio della stazione e lungo i marciapiedi che tutto si svolgesse con ordine.

Inoltre si occupava anche di ragazzi che, sbandati lasciavano la loro famiglia, scappando di casa in cerca di avventure che il più delle volte si risolvevano in grossi guai.

Il mio caro papà era molto generoso e faceva il suo lavoro con molto scrupolo, anche se era diventato molto pericoloso, e di persone cattive specialmente la notte ne circolavano tante.

Il suo lavoro comprendeva anche la scorta sui treni passeggeri, per far si che durante il viaggio, le persone fossero protette.

Purtroppo però la notte tra il 25 e il 26 giugno 1974 di scorta al treno Roma – Torino mentre transitava nel giro di ispezione sul vagone postale trovava dei rapinatori a rubare.

Il mio papà non ha potuto però fermare quei malviventi perché veniva ucciso in modo crudele.

Su quel vagone c’erano solo sacchi di posta, e il mio caro papà è morto per salvare e difendere qualcosa che apparteneva a tutti.

Io quella mattina lo aspettavo a casa con la mamma ma lui non è più tornato so che è morto per la sua generosità ed io sono molto orgogliosa di lui.

Ora prego sempre affinché tutti i papà del mondo possano svolgere il loro lavoro serenamente e senza pericoli, che nessun bambino e nessuna mamma piangano più.

 

                                                                                  6 marzo 1975

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